Nessuna recensione al Concorso Polifonico
Di Roberto Casi

Toscana Oggi - Settembre 1999

IGNORANTIA CRASSA ET SUPINA, questo era solito ripetere Padre Valente Gori, frate Servo di Maria, coltissimo musicista, buono e caritatevole, uomo di vera e profonda fede, mio Maestro ma soprattutto amico. Questo, dicevo, ripeteva Padre Gori quando qualcosa superava ogni limite di decenza (e gliel'ho sentito ripetere molte volte).
Non sono fuori tema, l'argomento è il Polifonico, il concorso Polifonico che come ogni anno passa come una meteora a ricordarci più che l'estate è finita che altro. Sì, la festa di fine estate della nostra città.
Nel lontano 1962 Padre Gori si presentò al Concorso Polifonico con un gruppo ristretto di cantanti della gloriosa e antichissima cappella della SS.Annunziata di Firenze; furono eliminati al primo turno, squalificati e gentilmente mandati a casa. Vedete, Padre Gori (che ci ha lasciato poco tempo fa, più precisamente l'11 agosto scorso) era un grande artista, musicologo e profondo conoscitore dell'arte del 'recitar cantando' e della polifonia sacra e (anatema) profana, di questo però alla giuria del concorso non interessò molto e furono squalificati perché Padre Gori si dimenticò di trascrivere poche note (un ritornello) dall'originale (lui consultava solo quelli) alla parte sua e a quella dei cantanti.
Tutto questo è grave, gravissimo per un concorso, certo in un concorso contano i voti, i numeri; ma alla storia questo non interessa. I cantori della SS.Annunziata erano il più bel complesso musicale del periodo, ma nulla si può contro un regolamento. A Padre Gori di essere buttato fuori dal concorso certamente non gliene importò niente, lo conoscevo bene, ma è a noi che doveva interessare. Chissà quanti cori saranno stati esclusi per simili motivi. I Concorsi dovrebbero essere eliminati tutti, da quelli alle poste a quello di S.Remo. La giuria di un concorso, per quanto preparata, preferirà sempre una esecuzione fredda ma precisa nei livelli (intonazione, ritmo, volumi, ecc.) a quella passionale e viva, magari non perfettamente intonata.
Il Concorso Polifonico nacque prima del Concilio Vaticano II; a quei tempi cantare in un coro significava conoscere gran parte del repertorio polifonico scritto per la nostra Chiesa; musica scritta dai più grandi compositori. Il Concilio 'spazzò via', di fatto la 'Musica' dalle Chiese ed oggi se va bene, i cori cantano Marco Frisina; non so se mi spiego!?
Però ai tempi in cui nacque poteva avere anche un senso un concorso; tanti cori dilettanti presi dalla provocazione di una gara, si ritrovavano nella nostra città a cantare polifonia: bello, bellissimo. Oggi però i cori dilettanti non ci sono più e quelli professionali non pensano di certo di partecipare ad un Concorso, non è il caso di trasformare il Concorso in Festival, Rassegna o come lo si vuol chiamare? E' una proposta, sono il primo a farla? Meglio così.
Caro Padre Gori mi manchi tanto; avrei voluto essere alla tua, anzi vostra, esecuzione al Concorso Polifonico del 1962. Vi avrei applaudito anche senza il ritornello che distrattamente hai dimenticato di trascrivere. Mi ricordi il clarinettista Michael Portal che suonava Brahms (i famosi quintetti per clarinetto solo) in un concerto a Città di Castello; ad un certo punto dimenticandosi la parte iniziò a improvvisare fino a rientrare, molto più avanti, nella melodia scritta. Non solo non fu fischiato, ma fu un trionfo di applausi e di entusiasmo da parte di tutti (credo anche di Brahms).
Non esiste un metro di misura per l'arte e non esisterò mai. I Concorsi sono falsi, non rendono giustizia a nessuno nella storia, anche Mozart a cui fu preferito Salieri ed al fisico Carlo Rubbia che perse il Concorso di docente universitario a Padova. Ora poi so che si sono fatte nuove assunzioni alla Fondazione Guido d'Arezzo ed io sento già puzza di bruciato. Se qualcuno non fosse stato ancora informato sappia che il Concorso Nazionale è stato annullato perché si è iscritto un solo coro... ma perché non farlo partecipare da solo, una gara è sempre una gara, anche mio suocero è campione toscano seniores dei 5000 metri piani, certo, si presentò solo lui alla partenza ma non per questo annullarono la corsa: una gara è sempre una gara; no!?
Quanti anni ancora ci vorranno perché le menti illuminate della Fondazione capiscano che i Concorsi vanno bene solo per quelle anime semplici di miss Italia?
Sarebbe meglio prendere ad esempio Città di Castello con il Festival delle Nazioni, o Siena che sa organizzare magnifici corsi di perfezionamento all'Accademia Chigiana, Spoleto poi grazie al suo Festival è divenuta un punto di riferimento culturale mondiale. Ce ne sarebbero altri di esempi da fare ma credo che alla fine si riduca tutto ad un problema di ignoranza radicata, perché antica, della nostra città: un'IGNORANTIA CRASSA ET SUPINA.
Addio Padre Gori

indietro