Concerto dei Solisti Veneti
Intervista a Claudio Scimone
Di Roberto Casi

Toscana Oggi - Marzo 1999

Del bellissimo concerto dei Solisti Veneti, diretti dal M° Claudio Scimone nella Cattedrale di Arezzo, credevo ne avrebbero parlato ampiamente i quotidiani locali. Infatti, dato che 'Toscana Oggi' è un settimanale e arriva in ritardo rispetto agli altri, mi ero premunito e avevo organizzato un'intervista al M° Scimone proprio per evitare di ripetere cose già dette.
E invece, io pecco sempre di un eccessivo ottimismo; infatti fino ad oggi è apparsa solo una breve recensione in un quotidiano e nulla più.
Ma come è possibile riempire pagine di giornale con articoli, foto e interviste a personaggi di livello artistico inesistente solo perché sono aretini e dimenticarsi di Claudio Scimone. La segretaria di produzione dei Solisti Veneti quando le ho chiesto se potevo intervistare il Maestro, ha tirato un sospiro di sollievo perché mancava poco all'inizio del concerto e nessun giornalista si era ancora fatto vivo. Non riusciva proprio a capire il perché.
Comunque sciverò solo due cose del concerto per non rubare spazio all'intervista.
Il programma, tranne la famosa aria 'Panis Angelicus' di Cesar A. Frank, era tutto sul '700: Mozart, Vivaldi, J.S. Bach, Haendel e Alessandro Marcello, fratello del più noto Benedetto Marcello. Il suono dell'Orchestra risultava cristallino, limpido; i piani soprattutto non perdevano di presenza sonora e il pubblico ha ringraziato di 'tanta grazia' con ripetuti applausi che lo hanno 'costretto' a regalare due bis. Delle prove a cui ho assistito devo dire che mi ha colpito l'attenzione che Scimone metteva nel riprovare attacchi o improvvisi passaggi dal Forte al Piano che credo avrà provato con la sua orchestra migliaia di volte in questo trentennio di attività. Ma questo, in fondo, vuol dire essere professionisti.

Maestro, cosa c'è nella musica del '700 che la affascina così tanto da dedicargli tutta la sua vita di musicista?

Non dedico tutta la mia vita di musicista al '700; i 'Solisti' si adattano meglio al repertorio del '700 veneto e mi hanno assorbito molto, ma mi dedico anche a musica di altri periodi. Considero la musica una forma di espressione unica, non soggetta a distinzioni.

I suoi strumenti sono moderni e perfettamente accordati con il LA a 440 Hz, premettendo che mi trova perfettamente d'accordo e che stimo la sua scelta in qualche maniera coraggiosa (cioè non in linea con la moda dei cosiddetti 'filologici'), vuole ricordarci ancora una volta il perché?

E' interessante la ricerca sugli strumenti antichi, ma gli strumenti antichi si sono evoluti in tutte le epoche. Ci vorrebbero strumenti diversi per eseguire ogni autore e si immagini, nell'ambito di un concerto dove sono in programma più autori, mettersi a cambiare strumenti e intonazioni per ogni autore... lo considera possibile? L'orecchio umano in questo secolo è cambiato, è peggiorato nell'ascolto; il risultato di alcune ricerche scientifiche ha dimostrato una diminuzione dell'udito del 30-40%. Beh, allora anche di questo dobbiamo tenere conto!? Ritengo che la cosiddetta 'musica filologica' finisca per essere una 'fedeltà al tradimento'.
Per quanto riguarda l'intonazione, il LA è andato salendo in questi secoli anche se il LA di Monteverdi era mezzo tono più alto rispetto al nostro e probabilmente anche quello di Vivaldi. La regola del mezzo tono sotto è 'arbitraria e dogmatica' e non ha un vero fondamento filologico e storico. La musica deve esprimere un messaggio con i mezzi interpretativi più convenienti a disposizione.

Dopo il 'Maestro Concertatore' e, in alcuni casi, il direttore d'orchestra 'showman' dell'ultimo mezzo secolo, qual è oggi secondo lei la figura del direttore d'orchestra?

Questa figura oggi è per me, una figura profetica; la sua funzione è quella di interpretare un messaggio che viene dal passato e renderlo vivo e vitale.

Per ultimo, la vorrei ringraziare e le chiedo di parlarci dei suoi impegni futuri.

Sono io che ringrazio lei e per quanto riguarda gli impegni futuri sarò con i Solisti Veneti in aprile al 'Veneto Festival' dedicato a Europa senza Frontiere che si aprirà con la 'Petite Messe' di Rossini; poi in tournée in Giappone, Sud America, Stati Uniti, Messico, Budapest, Praga, Svezia... insomma, come vede, siamo molto impegnati!

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