La buona maleducazione

Il gesto ha un significato più efficace della parola. Esisteva un locale (ma forse ancora c'è) che si chiamava "la parolaccia" ...all'entrata non è che esisteva un elenco delle parole da dirsi e quello no. Quando entri dentro alla mischia ti prendi quello che c'è. Effettivamente il gesto è più dirompente del linguaggio parlato perché contiene ciò che significa oggi ma anche ciò che ha significato in passato. Una specie di contenitore storico che muta nel tempo tanto da passare anche da offesa a complimento oppure il contrario. Il gesto della "fica" in valdichiana ad esempio, era il gesto del pugno chiuso e significava 'buona fortuna'.
Nel gesto cosiddetto dell'ombrello le espressioni mutano da zone a zone. In Sicilia il gesto del vaffa ha più potenzialità: Il piccolo colpo al polso è un vaffa minimale, all'avambraccio diciamo il classico per tutti gli usi e il colpo di mano alla spalla indica un vaffa massimale. Una parure che ognuno può usare a seconda delle esigenze. Esiste poi il "moderno" gesto del vaffa con il dito medio alzato che è un gesto sessista perché rivolto alle donne...(qualcuno lo chiamava anche il dito dell'amore), vorrebbe dire ..ma vai a usarlo vai. Poi c'è il gesto delle dita a V con lingua al centro che più che un offesa è una specie di sberleffo con un desiderio di pacificazione...ma vai che ti lecco!...sessista pure questo perché esclusivo per la donna. In realtà anche il classico vaffa è sessista perché rivolto ai froci (da froge del cavallo come a dire ce l'hai come i buchi delle narici del cavallo) o rivolto a chi gli si vuol dire ...tu sei frocio. Sessista nei confronti degli omosessuali. Insomma, quando si entra nell'ordine della maleducazione, non ci sono più limiti, si accetta tutto, oppure, meglio, si sceglie di essere educati, sempre.
Roberto Casi

3/10/2015

 

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