Questi miei fiori

Queste mie meravigliose rose che regalo ad un mondo che rischia di non meritarle, voglio dedicarle a tutti i partigiani italiani. Alla Brigata Garibaldi di Toscana a cui faceva riferimento la Brigata Pio Borri del casentino ( Bibbiena ) poi ribattezzata Brigata Licio Nencetti, dopo la sua morte. Al capitano Sacconi, retta persona responsabile che ha poi scritto un libro molto istruttivo sui fatti della resistenza in casentino, citando ogni azione che spiega molto bene cosa è accaduto in quegli anni e in quelle situazioni. Di questa brigata faceva parte mio zio Giovambattista Larghi e suo fratello ai tempi appena diciassettenne. Mio zio detto Bista era anche soprannominato forabiglietti per la sua pistola che presentò al comando dei partigiani..."con quella al massimo ci fori i biglietti del treno!" Così gli rimase il nome di forabiglietti. Mio zio era persona di una bontà disarmante. Falegname rifinito, questa la sua posizione, fu dopo la guerra pure incarcerato nelle galere di Bibbiena, oggi museo e lungo per il teatro, perché "prudentemente " non aveva riconsegnato tutte le armi alla fine del conflitto mondiale. Una riappacificazione a cui non credeva e si preparava ad altre battaglie. Era iscritto a circoli anarchici e tutto questo lo ha pagato. Fece battaglie per i diritti dei lavoratori dentro la sua fabbrica di falegnameria e ottenne per i suoi compagni maggiori diritti e condizioni di lavoro più dignitose, ma ebbe come premio il suo licenziamento. Il suo datore di lavoro non gli ha pagato circa 25 anni di contributi e usava dire a chi si lamentava della paga..." dopo che ti do da lavorare vorresti anche che ti pagassi??" Un mondo assurdo che ancora oggi, soprattutto nei confronti degli stranieri dall'africa, viene riproposto come sistema di vita. Per quanto riguarda le armi che trovarono in una soffitta a mio zio, sono a conoscenza, ed ora posso dirlo, che furono una piccolissima parte quelle che sequestrarono, solo perché gli sfuggirono per una dimenticanza. Perché la parte vera e pare molto consistente, fu consegnata per la guerra partigiana di liberazione in Algeria contro i francesi. Mio zio ha mantenuto fino alla morte la sua natura partigiana di esperto guastatore. Mai si è fatto pagare una lira per tutti i lavori da falegname che svolgeva per chiunque. Anche per me. Mai un centesimo. Per lui essere comunista era una scelta di vita. Il pensiero anarchico andava parallelo col suo essere uomo libero. Persona informatissima su tutti i fatti politici del mondo, intriso di quella cultura autodidatta, unica scuola formatrice. Queste rose sono per te Partigiano Bista Forabiglietti. Grazie per avermi insegnato la libertà. Per come si vive per se stessi e per come si offre agli altri.


Roberto Casi

26/04/2019

 

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