Il Maggio non danza


Mi fa molto male vedere ballerini seduti a terra protestare per poter continuare a donarci sogni. Quelle scarpette attaccate alla finestra, quei cartelloni fatti con la delicatezza di un danzatore, sembrano dire...scusate la protesta, ne siamo costretti..ma noi vorremmo pensare ad altro. Queste condizioni così surreali e così vere invece. Cosa si può fare? Perché viviamo questa epoca? La galera o la fucilazione rientrano in una logica di guerra, ma questa "morte" dentro quale logica rientra?? Forse un suicidio di massa ristabilirebbe un equilibrio di giustizia? Forse se l'Arno si mutasse in sangue o il cielo crollasse la società riuscirebbe a svegliarsi dalle proprie pigrizie? Tutto questo non ha senso e non ha neanche quel non senso laico, né religioso che siamo stati abituati a tollerare per sopravvivere.

Siamo nel non senso inedito.

Dei fantastici ballerini aspettano di poterci fare un regalo....il regalo è il dono della propria arte, della propria capacità di creare arte. Mi ricorda purtroppo un racconto di Khalil Gibran...dice più o meno così..."Se vi sembra triste e penoso pensare di stare ai lati delle strade con le mani vuote a chiedere la carità, provate ad immaginare di implorare i passanti di prendere dalle vostre mani anelli preziosi e diamanti, rubini e smeraldi...trovarvi a supplicare di togliere dalle vostre mani queste cose di immenso valore, quasi a liberarvi e che voi con grande gioia sareste pronti o offrirgli senza niente in cambio e trovarvi invece al loro rifiuto, alla loro indifferenza. Niente è tanto doloroso di chi si ritrova a donare gratuitamente gioie e viene rifiutato".

Un giorno ci troveremo a parlare di tutto questo come di un equivoco, come di un falso intoppo che poi si risolse senza conseguenze...è il mio augurio, per me e per voi


Roberto Casi

18/6/2013

 

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